Carlo Guzzi

Carlo Guzzi (Cernusco Sul Naviglio_Milano 1970) lavora la carta, il ferro, il legno, l’argilla e la sua anima. Un percorso dove l’attenzione si concentra sull’uomo nella sua accezione più pura: uomo che si fa albero antico, impronta nell’aria, assenza o presenza silenziosa. Ma comunque uomo. Non c’è il desiderio di dominare la materia o di farla propria ma semmai il tentativo di comprenderla attraverso carezze leggere.

Nel 1996 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera Milano e nel 2005 si specializza in Arteterapia alla Scuola ArTeA Pavia. Dal 1994 mostre personali, installazioni e interventi di working progress. Nel 2015 selezionato per EXPOARTEITALIANA Villa Bagatti Valsecchi (Varedo) e la Triennale d’Arte Contemporanea di Verona. Installazioni permanenti “Impronte nell’aria” in Villa Sartirana Giussano, Villa Bianca Terragni Seveso e il Parco delle sculture Casatenovo.

Vive lavora a Paina di Giussano (Monza).

Le sue sculture ripropongono l’antica domanda esistenziale dell’uomo attraverso il suo profilo e il gioco dei vuoti. La riflessione parte appunto dal senso di “vacuo” dell’anima che può essere assimilato alla “dimenticanza” di Dio che oggi segna il quotidiano, benché proprio l’uomo ne sia l’immagine. Nell’opera di Guzzi troviamo la necessità di arrivare a una ricomposizione della persona nella sua interezza.

(Felice Bonalumi  giornalista  quotidiano avvenire)

 

L’essenzialita’ formale che e’ la peculiarità dell’opera artistica di Carlo Guzzi contrasta con le numerose domande e riflessioni che ci poniamo davanti ad una sua opera, come sospesi tra l’esigenza della materia e il fluire dei nostri pensieri. Le sue sono figure dalla semplicità lineare che occupano lo spazio in maniera minimale, sia quando si tratta delle impronte filiformi che di sculture a tutto tondo.

(Emanuela Genovese presentazione mostra intimaMENTE – Vedano al Lambro 2018)

 

[…] Violare il silenzio e l’omertà del vuoto, entrare per uscire, per rientrare ancora, ma diversamente: perché non si passa mai attraverso lo stesso vuoto. Eterno ritorno: porta della percezione aperta sul possibile altrove.

[…] Vestire di vuoto il volto disseminato nel molteplice parco umano, plasmare una forma svuotata dal bisogno di apparire per lasciare affiorare punti interrogativi stilizzati che si uniscono in una silhouette umana. Instillare dubbi installando fragili ferri barcollanti nel paesaggio. Segni interrogativi senza il punto, combinati in una domanda sospesa sul senso dell’assenza. Geometrie della fragilità, curve solo accennate che recano il segno perduto dell’umanità.

[…] Carlo Guzzi impiega un linguaggio aspro di consonanti metalliche che trascura le morbide convessità vocali, troppo umane, per evocare profili sottili del possibile. Metafore ferrose, non ancora corrose dal linguaggio esposto alle intemperie del tempo. Curve resistenti: segni resilienti, disegni di ferro aperti sul possibile.

( Vittorio Raschetti presentazione mostra MF Care Factory )

Contatti:

Carlo Guzzi: email: carloguzzi@live.com

348 478 24 05